Villa
Bruschi Falgari
TARQUINIA (VT)

La Storia

La VILLA e IL PARCO

Nell’anno 1869, per desiderio della nobildonna Maria Giustina Quaglia, moglie del conte Francesco Bruschi Falgari, viene incaricato l’architetto Virginio Vespignani, allora “direttore della Fabbrica di S. Pietro” ,di disegnare un casino da edificare nella costruenda Villa Bruschi Falgari, situata a circa un chilometro dalla città sulla strada Aurelia in direzione di Roma, in un luogo di particolare bellezza naturale che alla vicinanza del mare e quindi al piacevole clima, unisce un abbondante presenza di acqua, grazie alle numerose sorgenti ivi presenti. La progettazione del Vespignani prevedeva anche la realizzazione di un giardino all’italiana antistante antistante la Villa, inserito tra i quasi 4 ettari di parco, ricco di essenze arboree.

cosa vedere

La villa

Realizzata in stile classicheggiante e destinata a finalità di soggiorno per la buona stagione.

Il Parco

Ricco di pregiate essenze arboree e cespugliose alloctone. Si compone anche del percorso “dell’amore”

La cappella gentilizia

Nella quale hanno trovato degna sepoltura le sorelle contesse Bruschi Falgari e i rispettivi coniugi.

La Dimora Rustica

Una piccola dimora rustica ubicata sul lato destro della stessa villa e probabilmente destinata a guardiania.

La villa

La Villa, o Casino di Caccia, di pregiatissimo stile classicheggiante e progettata nel 1860 circa dall’architetto Virginio Vespignani, fu fatta edificare dai Conti per consentire loro il pernottamento nei momenti liberi dal “negotium” cittadino. All’interno troviamo ambienti di rappresentanza, il salone e il loggiato. Per giungere alla Villa si attraversa una cancellata e un fantastico viale alberato al termine del quale si possono intravvedere una grande loggia a tre arcate abbellite da una fontana. All’orizzonte, inconfondibili, le colline, la città e il mare.

Il Parco

Uno stimatissimo storico tarquiniese, Luigi Dasti, nel suo volume dal titolo Notizie storiche archeologiche di Tarquinia e Corneto, pubblicato nel 1878, afferma: “La natura  e l’arte hanno gareggiato per farne un  luogo ameno e delizioso”, e ancora “Da un lato dirupi sassosi naturali adorni di edere, di arbusti di piante rampicanti di ogni specie e dall’altro lato i verdi e fioriti quadrati di giardinaggio artificiale, lussureggianti di tutte le qualità di fiori, di palme ed altre piante esotiche e di ogni specie di agrumi”. Sappiamo infatti che il Conte Francesco Bruschi Falgari prelevò, durante i suoi numerosissimi viaggi in paesi esteri, pregiate essenze arboree e cespugliose alloctone. In prossimità della  Pasqua non possiamo non rammentare la presenza nel parco di un percorso “dell’amore”, dove il Lunedì dell’Angelo gli innamorati erano soliti rendere espliciti i loro sentimenti. Il Dasti aggiunge: “Non vi mancano oggetti antichi, tratti in passato dalle rovine di Tarquinia etrusca, come cippi, bassorilievi, statue, sarcofagi e colonne con magnifici capitelli”. E’ inoltre presente la Fonte dei Giardini o dell’Isaro,  una sorgente naturale, una delle più antiche e importanti della Tarquinia medievale,  all’interno di una suggestiva grotta.

La cappella Gentilizia

“Accogli o padre
questo pianto
che ora mi assale
e più dell’ombra delle piante
più del canto degli uccelli
più del soave profumo dei fiori
Ti sia cara questa lacrima
che trema nei miei occhi
o padre”.

Sono queste le toccanti parole che Luca dedica al padre, il conte Francesco Bruschi Falgari (1844-1908) al momento della sua dipartita terrena.

La Dimora Rustica

Sul lato destro del Casino di Caccia, completa il quadro una piccola dimora rustica che aveva, con tutta probabilità,  la funzione di ospitare il custode della Villa.